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L'esorcismo e la possessione

  • Immagine del redattore: Giovanni Silvestri
    Giovanni Silvestri
  • 17 gen 2018
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 16 mag 2018



Ho frequentato il Corso sull'esorcismo e preghiera di liberazione, per completare il mio curriculum studiorum ed essere in grado quindi di valutare i casi di presunta possessione "diabolica" .

Non è facile capire i fenomeni di presunta possessione in quanto essi nella stragrande maggioranza dei casi , si possono ricondurre nella sfera del disturbo psichiatrico o nello stato alterato di coscienza.

l fenomeno è molto antico e presente in tutte le culture, non soltanto in quella cattolica. La credenza nella possessione, ossia nella possibilità che entità metafisiche, possano entrare in un corpo umano fisico e utilizzarlo temporaneamente o stabilmente, appare condivisa dalla gran parte dei popoli, in forma archetipica. Il rituale esorcistico ha lo scopo di liberare una persona (o talvolta un luogo)  infastidita e tormentata da un'entità avversa e malvagia. Il fenomeno è riconosciuto sia nel cristianesimo, sia nel buddismo e nell'islamismo. 

Nella cultura cristiana l'entità malvagia è identificata con il Demonio e con la sua schiera di angeli caduti che possono arrivare a manifestarsi sul piano materiale servendosi del corpo di una persona. 

Il "Grande Avversario" (Satana), l'oppositore, il nemico di Dio per antonomasia che a causa del suo peccato di superbia, è stato precipitato dall'etere senza alcuna possibilità di salvezza, continuerebbe a tormentare, odiare e accanirsi contro un essere umano che parrebbe essersi dimenticato della sua oscura presenza. 

Negli scritti neotestamentari Satana è il nome proprio di un essere essenzialmente malvagio, «il maligno» (Matteo 13, 19, 38), capo di un regno ben organizzato (Marco 3, 24) che sarà sconfitto con l’avvento del regno di Dio; nell’Apocalisse canonica, ove si identificano il dragone, il serpente, il diavolo o satana, si profila la lotta finale tra angeli e d. fino alla vittoria dei primi. L’identificazione dei d. con gli angeli caduti al momento della creazione, di cui si trovano i primi cenni già in Enoch etiopico (anteriore al 200 a.C.), è ripresa nell’apocrifo giudaico Vita di Adamo ed Eva (1° sec. d.C.), è riecheggiata nel Nuovo Testamento (Epistola di Giuda, 6; II Epistola di Pietro, 2, 4), ma si sviluppa soprattutto nella tradizione cristiana posteriore

IL RITUALE  ROMANO


Apparentemente l'esorcismo potrebbe sembrare un retaggio medievale di vecchie credenze, una pratica desueta che, a dire il vero, provoca anche un certo imbarazzo tra gli ambienti cattolici. Invece, contrariamente a ciò che ci si può aspettare da un mondo moderno, tecnologico, ove la scienza riesce a spiegare la maggior parte delle malattie e dei disturbi psichici, la richiesta di liberazione da possessione demoniaca è molto diffusa e in costante crescita.

Dal punto di vista più razionale il ricorso all'esorcista implica la propensione del paziente a supporre, dinanzi a turbe psichiche, a malattie o sventure, un eventuale maleficio ricevuto o un influsso diabolico. Il sistema di presupposizioni dipende dalle situazioni socioculturali e psicologiche derivate dall'ambiente d'origine. È compito dell'operatore esorcista (si ricorda che, secondo il Codice di Diritto Canonico 1172, il ministero dell'esorcismo riguarda soltanto il Vescovo e i sacerdoti da lui incaricati) che viene accertare, mediante un esame e tecniche  di tipo tradizionale, la presenza o meno di forze malefiche.

Le regole necessarie all'indagine e alla cura sono fissate, per il sacerdote cattolico incaricato, nel testo del Rituale Romanum di Leone XIII del 1614, poi ammodernato con il Nuovo Rito che presenta qualche criterio di apertura psicologica, che ha affrancato il vecchio rito dagli elementi più marcatamente magici e drammatici. Tra i requisiti per accertare un caso di reale possessione ci sono la glossolalia (parlare perfettamente lingue sconosciute dal soggetto, spesso morte o molto rare), elementi di parapsicologia (conoscenza di avvenimenti, fatti o oggetti dei quali il presunto posseduto non può essere a conoscenza), forte avversione al sacro e lo svilupparsi di una forza sovrumana in soggetti che, per statura, età o costituzione fisica, sono impossibilitati ad averla. 

I tre stadi di manifestazione demoniaca sono:

Infestazione - l'entità inizia ad impadronirsi dell'ambiente circostante della "vittima". Ciò può causare spostamenti di oggetti, rumori notturni, poltergeist etc.

Vessazione - il soggetto è colpito nella sua stabilità mentale. Inizia ad udire voci, sviluppare pensieri ossessivi, avere visioni e incubi ricorrenti. 

Possessione - l'entità prende completamente possesso della volontà del soggetto, parla attraverso questo con alterazioni della voce, provoca crisi compulsive, paralisi momentanee o movimenti innaturali. 


LA RISPOSTA PSICHIATRICA


La possessione diabolica andrebbe diagnosticata, secondo il manuale DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) come "disturbo dissociativo non altrimenti specificato". In particolare si tratterebbe di disturbo da trance dissociativa ovvero "disturbo singolo o episodico dello stato di coscienza, dell'identità o della memoria, tipico di luoghi o culture particolari. La trance dissociativa consiste del restringimento della coscienza dell'ambiente attorno a sè o dei comportamenti stereotipati o in movimenti che vengono sperimentati come al di fuori del proprio controllo. La trance da possessione comporta la sospensione dell'usuale senso di identità personale con una nuova identità, attribuita all'influenza di uno spirito, potenza, divinità o altra persona" (DSM- IV:490-1). Il rapporto tra esorcista ed esorcizzando risulta fondato sul potere gerarchico del primo sul secondo, in virtù del ruolo riconosciutogli come rappresentante ufficiale della Chiesa. Il terapeuta esercita verso il paziente la facoltà d'intimargli, nel corso della procedura rituale, l'indirizzo da seguire con il corpo e la mente. Insomma è proprio la convinzione dell'indemoniato riguardo alla  sua condizione che provoca le crisi ed è la sua stessa fiducia nel potere dell'esorcismo che può liberarlo dal suo male. La liberazione avviene, dunque, secondo modi culturalmente determinati, condivisi dagli attori del rito. Un meccanismo che può durare mesi, a volte persino anni. Ci sono casi documentati di esorcismi che si sono protratti per più di dieci anni prima che  il posseduto fosse liberato.


 
 
 

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